In quel tempo, giunsero la madre di Gesù e i suoi fratelli e, stando fuori, mandarono a chiamarlo.
Attorno a lui era seduta una folla, e gli dissero: «Ecco, tua madre, i tuoi fratelli e le tue sorelle stanno fuori e ti cercano».
Ma egli rispose loro: «Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?». Girando lo sguardo su quelli che erano seduti attorno a lui, disse: «Ecco mia madre e i miei fratelli! Perché chi fa la volontà di Dio, costui per me è fratello, sorella e madre».
Per entrare nel Vangelo di oggi credo sia necessaria una premessa. Di che tipo è la relazione tra noi e Gesù? In ogni religione il rapporto tra “le divinità” e i loro fedeli è sempre segnato dall’infinita distanza tra il “cielo” e la “terra” e tra l’“umanità” e la “divinità” e per questo gli uomini si impegnano nell’offrire sacrifici, riti, preghiere affinché la divinità sia propizia e favorevole e tenga lontani i castighi e le disgrazie. Cristo invece è venuto a rivelarci il vero volto di Dio, come attestato dall’evangelista Giovanni: «Dio, nessuno lo ha mai visto: il Figlio unigenito, che è Dio ed è nel seno del Padre, è lui che lo ha rivelato» (Giovanni 1,18). E ci ha rivelato che Dio è Amore! E non un amore platonico, ideale, filosofico… È una Paternità amante che ha cura di tutti i Suoi figli. Facciamo un altro passo avanti. È un Dio che non “chiede” nulla a noi uomini se non la nostra fede/fiducia mentre è Lui che dà tutto a noi: «Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna» (Giovanni 3,16). E Gesù, il Figlio, conferma con la Sua vita questa “vocazione” di Dio al dono assoluto quando ricorda: «Il Figlio dell'uomo infatti non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti» (Marco 10,45). Ecco dunque che possiamo cominciare a dire che la relazione tra Dio e noi è una relazione fondata sul Suo Amore, sul Suo desiderio di averci con Lui per sempre nella Vita eterna. Lo attesta Gesù con accenti intensi e carichi di speranza proprio alla vigilia della Sua Passione: «Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me. Nella casa del Padre mio vi sono molte dimore. Se no, vi avrei mai detto: ‘Vado a prepararvi un posto’? Quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, verrò di nuovo e vi prenderò con me, perché dove sono io siate anche voi» (Giovanni 14,1-3). Fatta questa necessaria premessa entriamo nel brano di oggi che Marco utilizza nell’ottica di dimostrare qual è l’identità del vero discepolo. E ci dice subito che l’appartenenza a Lui non è questione di parentela, di legami di sangue! Dobbiamo sapere che sullo sfondo di questo episodio c’era la polemica accesa all’interno della prima comunità cristiana da coloro che pretendevano di avere posti di responsabilità e di riguardo nella Chiesa nascente a motivo della loro parentela con Gesù. Era il Suo clan familiare che nel brano di oggi si fa annunciare mentre Gesù sta predicando. Naturalmente il riferimento ai “fratelli e sorelle” non deve farci pensare ad altri figli di Maria: Lei è la sempre Vergine, prima, durante e dopo il parto. E così resterà per tutto il tempo della Sua vita terrena. Non ho qui il tempo e lo spazio per spiegarlo meglio, mi riprometto di farlo in un altro momento. Ed è a questo punto che Gesù esclama: «Ecco mia madre e i miei fratelli! Perché chi fa la volontà di Dio, costui per me è fratello, sorella e madre». Ed è un’affermazione clamorosa che apre dinanzi alla nostra intelligenza spirituale un’immensa finestra dalla quale possiamo contemplare, stupiti e grati, l’Infinito che si consegna alla nostra povertà. Infatti Gesù ci sta dicendo che “fare la volontà di Dio” ci consente di entrare in una relazione così intima con Lui da diventarne fratelli, sorelle e… addirittura madri! Cercare la Sua volontà ci consente di diventare “generatori” di Dio nel mondo. È quello che accade quando, alla scuola di Maria, ascoltiamo la Parola, la accogliamo nella nostra vita come un seme destinato a portare frutto e la facciamo diventare azione, scelta, progetto, fondamento delle nostre relazioni. È impressionante come la nostra vita, pur rimanendo fragile, può diventare il “grembo di Dio”, il luogo da dove la Sua Parola raggiunge il nostro mondo circostante, quello che “abitiamo” quotidianamente. C’è bisogno che il Vangelo diventi Parola vissuta in noi, Parola “fatta” in obbedienza al testamento spirituale lasciato a Cana dalla Sua e nostra Mamma: «Qualsiasi cosa vi dica, fatela» (Giovanni 2,5). Se “faccio” il Vangelo – e non solo se lo leggo o lo studio o lo predico o lo spiego… – Lui si fa carne nel quotidiano e l’Amore, la Misericordia, la Luce, la Pace entrano dentro le nostre esistenze inquiete. Ma a questo punto si impone la domanda da un milione di euro: e qual è la volontà di Dio? Istintivamente saremmo portati a pensare alle nostre vocazioni, ai progetti da realizzare, a ciò che ci accade… In realtà, la volontà di Dio è indicata con autorità dall’Apostolo Paolo che, a questo proposito afferma che Dio è Colui «il quale vuole che tutti gli uomini siano salvati e giungano alla conoscenza della verità» (1Timoteo 2,4)! La Sua volontà è la nostra salvezza! Spesso attribuiamo “alla volontà di Dio” dolori, disgrazie, lutti, insuccessi, tribolazioni. E a causa di questa convinzione cominciamo ad immaginarci un Dio lontano, quasi antagonista delle nostre aspirazioni ad essere felici… No! Essendo Amore e solo Amore, la Sua unica volontà è quella di “salvarci”/sotēr, verbo che in greco letteralmente significa: “conservare nella Vita”, la Sua, che è eterna! Qualche giorno fa ricordavamo la frase del filosofo Gabriel Marcel: “Amare significa poter dire a qualcuno: tu non morirai mai”. Ecco cosa vuol dire che Dio è Amore. Non significa che prova per noi un super-sentimento, un’ineguagliabile emozione divina e celestiale… Niente affatto! Significa invece che Gli siamo così cari, come veri figli, che non sopporta che la nostra esistenza terrena finisca dentro una cassa di legno e per questo ha mandato il Figlio nel mondo per distruggere il potere della morte con la Sua Pasqua rendendoci così partecipi della Vita che non conosce la fine. Ecco allora l’incessante “lavoro” di Dio per noi, con noi e in noi: Lui non vuole il male per noi (sofferenze, malattie, incidenti…) e pur tuttavia si serve di tutto ciò che ci accade sulla Terra per volgere tutto a servizio della nostra salvezza. L’espressione “fare la volontà di Dio” indica dunque fare, per Cristo/con Cristo/in Cristo tutto ciò che ci rende autenticamente più umani: amare, perdonare, essere sensibili verso le sofferenze dei nostri fratelli/sorelle in umanità, avere una visione cristiana della vita. E questo ci rende talmente intimi con Gesù da diventarne veramente… fratelli, sorelle e madri!
Caro Gesù,
è bellissimo sapere
che la ricerca della Tua volontà
non è un esercizio complicato,
solo per gli eroi della fede,
per i martiri intrepidi,
per i super-credenti…
È una proposta che,
col Padre Tuo,
offrite a tutti,
anche ai fragili, ai dubbiosi,
a tutti coloro che
con fatica e tante cadute
cerchiamo il senso
pieno e vero della vita.
Ed è bellissimo sapere
che questa ricerca,
fatta qualche volta
a tentativi e… tentoni,
crea tra noi e Te
una relazione intima, calorosa,
così profonda e reale
da farci diventare Tuoi
fratelli, sorelle e…
perfino madri!
Ed in fondo,
al di là dei progetti di vita
e di tante cose da realizzare,
è questa la Tua volontà:
renderci partecipi e coscienti
del Tuo Amore per noi!
Perché questo Amore si espanda
come Profumo laddove vince
il cattivo odore
delle tante morti spirituali;
come Calore laddove
si muore per il gelo dell’indifferenza;
come Ponte che unisce gli uomini
laddove si alzano i muri
dell’odio e delle guerre.
E se proprio fosse necessaria
una bussola per cercare la Tua volontà,
ci basta questa Tua Parola:
«Amatevi gli uni gli altri
come io ho amato voi».
E compiendola ogni giorno
scopriremo all’improvviso
di essere diventati
Tuoi fratelli, sorelle e madri.
Buona giornata a tutti! La Mamma Celeste ci benedica e sorrida sempre!