Carissimi Amici, buongiorno a tutti! Dio è Amore!
Mettiamoci in ascolto della Parola di Gesù:
Dal Vangelo secondo Matteo – 11,25-30
In quel tempo Gesù disse: «Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo.
Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».
In occasione della Festa di San Francesco di Assisi la Chiesa ci propone il Vangelo ci fa entrare nel dialogo tra Gesù e il Padre. Pochi versetti ci introducono all’interno di un’intimità che la mente umana non può nemmeno immaginare se nono fosse stato Gesù stesso a rivelarla. Questa conoscenza/amore fonte di vita, di gioia, di pace, di verità e bellezza infinita tra il Padre e il Figlio è ora resa accessibile, ma non a tutti: solo ai “piccoli” (letteralmente dal greco troviamo la parola “infanti”), mentre viene nascosta ai “sapienti” (coloro che sanno come vanno le cose) e “intelligenti” (coloro che dirigono le cose come vogliono loro) ossia a coloro che cercano un altro dio, forte, potente, che sbaraglia tutti i nemici, che fa vincere tutte le battaglie, che dà sempre ragione a noi! Invece Gesù ci rivela e si rivela come il Dio unico e vero che sceglie la strada dell’amore e dell’umiliazione, della sconfitta e del rifiuto per fare vincere l’Amore su ogni cosa, in ogni cosa.
San Paolo in pochi versetti rende chiaro questo ribaltone che Gesù opera nella Storia: «La parola della croce infatti è stoltezza per quelli che si perdono, ma per quelli che si salvano, ossia per noi, è potenza di Dio. Sta scritto infatti: Distruggerò la sapienza dei sapienti e annullerò l'intelligenza degli intelligenti. Dov’è il sapiente? Dov’è il dotto? Dov’è il sottile ragionatore di questo mondo? Dio non ha forse dimostrato stolta la sapienza del mondo? Poiché infatti, nel disegno sapiente di Dio, il mondo, con tutta la sua sapienza, non ha conosciuto Dio, è piaciuto a Dio salvare i credenti con la stoltezza della predicazione.
Mentre i Giudei chiedono segni e i Greci cercano sapienza, noi invece annunciamo Cristo crocifisso: scandalo per i Giudei e stoltezza per i pagani; ma per coloro che sono chiamati, sia Giudei che Greci, Cristo è potenza di Dio e sapienza di Dio. Infatti ciò che è stoltezza di Dio è più sapiente degli uomini, e ciò che è debolezza di Dio è più forte degli uomini» (1Corinzi 1,18-25). Ciò che agli occhi degli uomini – la Croce – appare una stoltezza, è in realtà espressione della sapienza divina. E ciò che per gli uomini è debolezza – il Dio che non si lascia uccidere – è epifania della forza invincibile dell’Amore che sarà più forte della stessa morte!
Già questa prima riflessione ci offre la possibilità di interrogarci sulle nostre croci personali che ci fanno stare male e che provocano in noi ribellioni e scossoni alla nostra già debole fede. E se invece tutto ciò che noi chiamiamo “croce” (sofferenze, limiti, insuccessi, paure, fragilità, ferite della vita…) fosse un’occasione per riscoprirsi forti e sapienti secondo il Vangelo? Senza ovviamente diventare cultori del dolore e della sofferenza (in psichiatria si chiamerebbe masochismo), tuttavia siamo invitati ogni giorno a ripartire dalle nostre debolezze che diventano addirittura punti di forza. Se per il mondo le nostre fragilità sono inammissibili e vengono rifiutate in nome di modelli di perfezione irraggiungibili, per Gesù le nostre debolezze sono miele che attira il Suo Amore!
Lasciamo ancora la parola all’Apostolo Paolo: «Perciò mi compiaccio nelle mie debolezze, negli oltraggi, nelle difficoltà, nelle persecuzioni, nelle angosce sofferte per Cristo: infatti quando sono debole, è allora che sono forte» (2Corinzi 12,10). Possiamo dire che Paolo è davvero un uomo sapiente secondo il Vangelo! La sua forza è proprio la sua debolezza perché sa di essere figlio di Dio e che il Padre di Gesù e suo interverrà, guidando la sua storia verso un fine di salvezza. Chi sono dunque gli “infanti” ai quali Dio rivela il Suo Amore? Gli infanti sono coloro che ancora non parlano: ad essi è consegnata la Parola, perché non hanno argomenti razionali da opporre alla bellezza e alla gratuità della Parola di Dio! Sono coloro che non oscurano la bellezza della Parola con discorsi vani e superbi, ma la accolgono sempre con stupore e gratitudine, come lampada per i propri passi e luce sul proprio cammino.
E poi c’è l’invito di Gesù a prendere il suo giogo! Il giogo è lo strumento che aiuta l’animale a non disperdere le sue forze, ma a concentrarle in un’unica direzione. Emblema della Legge che è dura e difficile per l’uomo eppure necessaria. Il giogo di Gesù invece è un’altra cosa è espressione della generosità del Padre che darà del pane ai Suoi figli nel sonno (cfr. Salmo 127,2). Questo giogo è dolce perché è il frutto dell’Amore col quale Lui ci ha amati, fino a dare la vita per noi! E per questo non diventa un “peso”: l’amore non è un fardello pesante ed ingombrante che mette ceppi ai nostri piedi. Possiamo piuttosto paragonarlo alle ali che permettono di volare alto o ad una forza interiore che spezza le catene e ci permette di correre lungo le vie tracciate dall’Amore.
Caro Gesù,
mettendoci in ascolto
della Tua preghiera al Padre,
ci viene una grande voglia di essere quei piccoli
ai quali è concesso di capire il Vostro linguaggio.
Sì, perché ci stanno insegnando
ad essere complicati e contorti,
in nome di una liberazione da Te
che ci rende ancora più fragili ed insicuri,
perché pretendiamo di affermare che è vero
solo ciò che possiamo dimostrare.
“Vero” invece è solo ciò
che è capace di parlare al cuore,
di rivelarci chi siamo veramente,
di farci sentire al centro di un Amore infinito,
come quello fra Te e il Padre Tuo!
Questo ci rende sapienti
e non la presunzione di spiegare tutto!
E allora caro Gesù,
aiutaci a conoscere l’Amore Tuo per il Padre,
per viverlo nelle nostre vite assetate di amore,
per trasformare le nostre tante debolezze
da fonti di depressione e scoraggiamento
in autentici punti di forza e di gioia,
per essere davvero “sapienti”
nel senso di essere capaci di dare “sapore”
anche ai giorni difficili e tristi.
Insegnaci a consegnare a Te le nostre fatiche,
tutto ciò che opprime il nostro cuore
e gli impedisce di volare nell’amore!
Per fare esperienza della Tua Amicizia,
per credere finalmente che sei dalla nostra parte,
che ci ami talmente tanto
da aver preso su di Te
perfino il peso insopportabile della morte.
E ci sentiremo finalmente felici
di essere “piccoli” per il mondo,
ma “grandi” nell’Amore.
Buona giornata a tutti! La Mamma Celeste ci benedica e sorrida sempre!