Carissimi Amici, buongiorno a tutti! Dio è Amore!
Mettiamoci in ascolto della Parola di Gesù:
Dal Vangelo secondo Luca - Lc 4,38-44
In quel tempo, Gesù, uscito dalla sinagòga, entrò nella casa di Simone. La suocera di Simone era in preda a una grande febbre e lo pregarono per lei. Si chinò su di lei, comandò alla febbre e la febbre la lasciò. E subito si alzò in piedi e li serviva.
Al calar del sole, tutti quelli che avevano infermi affetti da varie malattie li condussero a lui. Ed egli, imponendo su ciascuno le mani, li guariva. Da molti uscivano anche demòni, gridando: «Tu sei il Figlio di Dio!». Ma egli li minacciava e non li lasciava parlare, perché sapevano che era lui il Cristo.
Sul far del giorno uscì e si recò in un luogo deserto. Ma le folle lo cercavano, lo raggiunsero e tentarono di trattenerlo perché non se ne andasse via. Egli però disse loro: «È necessario che io annunci la buona notizia del regno di Dio anche alle altre città; per questo sono stato mandato».
E andava predicando nelle sinagòghe della Giudea.
Il Vangelo di oggi ci racconta una giornata tipo di Gesù. La chiave per comprendere il brano nel suo insieme è racchiusa in questa affermazione: «È necessario che io annunci la buona notizia del regno di Dio anche alle altre città; per questo sono stato mandato». L’annuncio del regno di Dio: è questo il cuore del messaggio evangelico.
Dio esiste ed è Padre, ci ha detto più volte Gesù. E ci ama alla follia (se non ci crediamo ancora ripensiamo con stupore grato all’Incarnazione e alla Passione) a tal punto che ha dato il Figlio per noi (cfr. Giovanni 3,16). E allora la morte non è la parola definitiva sul destino dell’Uomo, l’ultima parola spetta al Padre ed è: Vita eterna!
Gesù lo afferma con inequivocabile chiarezza: «Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me. Nella casa del Padre mio vi sono molte dimore. Se no, vi avrei mai detto: “Vado a prepararvi un posto”? Quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, verrò di nuovo e vi prenderò con me, perché dove sono io siate anche voi» (Giovanni 14,1-3).
Facciamo questa premessa perché dal racconto di oggi potrebbe emergere una domanda: “se Gesù ha guarito tutti, perché non lo fa anche oggi, perché non svuota gli ospedali, e perché no, anche i cimiteri? Perché l’uomo continua a soffrire?”. Ecco che l’annuncio del Regno dà la prospettiva giusta per la lettura della storia dell’Umanità: la nostra natura fa il suo corso, siamo creature “limitate”, “finite”, che invecchiano, che si ammalano, che muoiono e così sarà sino alla fine dei tempi.
Ma la Storia non finisce qui! Ecco i segni dei miracoli: non servono a dimostrare la potenza di Dio, Lui è l’Onnipotente e lo sappiamo! I segni rimandano all’Amore che Dio ha per noi e che si manifesterà in pienezza nella Vita eterna. Altrimenti dovremmo pensare che è un Dio “capriccioso”: qualcuno lo guarisce e milioni di altri no… Ecco l’annuncio di Gesù: c’è un regno che ci attende e la malattia e la morte non hanno l’ultima parola sulla nostra storia terrena. L’ultima Parola spetta all’Amore e sarà: «“Talità kum”, che significa: “Fanciulla, io ti dico: àlzati!”» (Marco 5,41). E il brano odierno ci mostra come questo annuncio universale non rimane solo un’idea, ma entra dentro le case degli uomini e opera quella guarigione del cuore che ci restituisce la pace e la gioia vera.
Sì, perché abbiamo capito che non è ciò che ci accade che fa la differenza, ma come viviamo ciò che accade, se lo viviamo con fede, con la fiducia/certezza che Gesù vive ogni cosa con noi, non come il “mandante” della sofferenza, ma come il Cireneo delle nostre fragilità e povertà, come Colui che lungo le nostre vie crucis umane si fa nostro compagno di viaggio e asciuga le nostre lacrime facendoci intravedere i primi raggi di un Sole che non tramonta.
Caro Gesù,
è confortante sapere
che Tu sei il Figlio di Dio
che ama le case degli uomini,
che Ti immergi nelle nostre quotidiane banalità,
nelle tante “febbri” che ci immobilizzano
e ci trattengono nel donare e donarci.
È confortante sapere
che sei l’Amico degli Uomini
e Ti poni sempre innanzi al Nemico
e lo sconfiggi, sempre!
Certo, lo sai, ci piacerebbe
che Tu eliminassi già qui, sulla Terra,
tutte le malattie, le sofferenze,
tutti quei limiti
che ci fanno gemere e temere…
Ma sappiamo anche che Tu per primo
e per Amore nostro,
non Ti sei sottratto al dolore e alla morte stessa,
per condividere tutto ciò che viviamo.
Perché ci ami!
Da quel benedetto
Venerdì Santo di duemila anni fa
abbiamo imparato che non sei
il mandante delle sofferenze,
ma il nostro Cireneo che si affianca a noi
lungo le nostre personali viae crucis
e che asciughi le nostre lacrime
lasciandoci intravedere i primi raggi
del Sole che non tramonterà più
e che renderà definitivamente felice
la nostra eternità.
Sì, siamo nati
per non morire mai più,
per vivere per sempre nell’Amore
e per l’Amore.
Buona giornata a tutti! La Mamma Celeste ci benedica e sorrida sempre!