5 minuti con Gesù

Commento al Vangelo del giorno a cura di P. Antonio Maria Carfì

16 Luglio 2023 - Domenica

16 Luglio 2023 - Domenica

 

Carissimi Amici, buona Domenica a tutti! Dio è Amore!

Mettiamoci in ascolto della Parola di Gesù:

Dal Vangelo secondo Matteo - 13,1-9 -

Quel giorno Gesù uscì di casa e sedette in riva al mare. Si radunò attorno a lui tanta folla che egli salì su una barca e si mise a sedere, mentre tutta la folla stava sulla spiaggia.
Egli parlò loro di molte cose con parabole. E disse: «Ecco, il seminatore uscì a seminare. Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada; vennero gli uccelli e la mangiarono. Un’altra parte cadde sul terreno sassoso, dove non c’era molta terra; germogliò subito, perché il terreno non era profondo, ma quando spuntò il sole fu bruciata e, non avendo radici, seccò. Un’altra parte cadde sui rovi, e i rovi crebbero e la soffocarono. Un’altra parte cadde sul terreno buono e diede frutto: il cento, il sessanta, il trenta per uno. Chi ha orecchi, ascolti».

Così si conclude il brano di oggi (nella forma breve): «Chi ha orecchi, ascolti». Gesù parla ad un popolo che è nato dallo ‘Shemà’: «Ascolta, Israele: il Signore è il nostro Dio, unico è il Signore. Tu amerai il Signore, tuo Dio, con tutto il cuore, con tutta l'anima e con tutte le forze (Deuteronomio 6,4-5). Ma è un popolo che col tempo ha perso l’amore per il suo Dio e ha indurito il cuore finendo per vivere solo un’esperienza legalistica con Dio e non più fondata sull’amore. Quante volte Dio aveva ispirato la parola di fuoco dei Profeti per esortare il Suo popolo a ritornare a Lui con tutto il cuore: «Questo popolo si avvicina a me solo con la sua bocca e mi onora con le sue labbra, mentre il suo cuore è lontano da me e la venerazione che ha verso di me è un imparaticcio di precetti umani» (Isaia 29,13).
Per ritornare a Dio con tutto il cuore bisogna ripartire dall’ascolto. Il punto di riferimento è Maria di Nazaret che all’Annunciazione “ascolta” col suo Cuore Immacolato la Parola che Dio le rivolge e questa Parola in Lei si fa carne! Ecco allora quattro tipologie di terreno che nella parabola di oggi rappresentano le possibili disposizioni del nostro cuore verso la Parola di Dio.
Il primo tipo di terreno è la strada. Verrebbe voglia di dire secondo la nostra mentalità umana: “Ma quanto è inesperto questo seminatore: lascia cadere del seme sulla strada dove certamente non potrà attecchire!”. A me colpisce invece la generosità di questo Seminatore: è di “manica larga” come la Sua misericordia. Mentre tutti staremmo attenti a far cadere il seme solo nei solchi già tracciati, il nostro Seminatore offre possibilità anche là dove nessuno penserebbe di trovarle. Tuttavia la strada è il simbolo della nostra fretta e dunque dell’incapacità per mancanza di tempo di accogliere la Parola e farla fecondare in noi! Quanto dovrebbe farci riflettere questo primo esempio. Corriamo sempre, dalla mattina alla sera e a volte non sappiamo più né perché né per chi!
Il secondo terreno è la metafora della superficialità. Rappresenta il pericolo che rimaniamo superficiali, atteggiamento che è radicalmente opposto all’intelligenza. Sì, perché il contrario dell’intelligenza non è la stupidità, ma proprio la superficialità. Infatti la parola “intelligente” deriva dal latino “intus legere” ossia “leggere dentro”, andare dentro le cose e le situazioni e non restarne invece solo in superficie. È il nostro caso quando ascoltiamo la Parola e la impariamo anche a memoria, ma non la mettiamo in pratica nella vita di tutti i giorni.
Il terzo terreno rappresenta i nostri cuori quando sono affollati di pensieri e preoccupazioni. Non è che ce le inventiamo, sono proprio reali. Però permettiamo alle nostre paure di dominarci e condizionarci per cui la Parola pur essendo penetrata nel profondo del cuore non esprime la sua potenza liberatrice e terapeutica perché siamo concentrati su altro e la nostra fede rimane tiepida e sterile. Continuiamo a dire a Dio quanto sono grandi i nostri problemi piuttosto che cominciare a dire ai nostri problemi quando è grande quel Dio che Gesù mi ha insegnato a chiamare Papà!
Infine il quarto tipo di terreno è finalmente quello buono che produce il 30, il 60 il 100 per uno! A questo punto della parabola, ognuno di noi comincia a pensare a quale tipo di terreno assomiglia il proprio cuore. Ma attenzione, paradossalmente abbiamo un problema proprio col quarto tipo di terreno, non tanto perché non sempre riusciamo ad esserlo, ma perché con le proporzioni fatte da Gesù questo terreno in realtà non esiste! Sì, perché in genere in Palestina un sacco di semi ne produceva altri 7/8, al massimo 11/12. Che vuol dire che il terreno buono ne produce dove il 30, dove il 60 dove il 100? Dov’è questo terreno buono o meglio chi è il terreno buono? È evidente che il terreno è Gesù, solo Lui può fare moltiplicare 100 volte tanto. Allora non si tratta di capire se noi siamo terreno buono (non lo saremo mai!), ma se siamo inseriti in Cristo. E come si fa ad essere inseriti in Lui? Innanzitutto questo è già avvenuto per ognuno di noi col Battesimo! Ma poi può avvenire ogni giorno se accogliamo la Parola di Gesù e le permettiamo di essere la Roccia della nostra vita, poiché l’ascolto pieno di fede produce in noi una conseguenza inimmaginabile: «Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui» (Giovanni 14,23). Allora se saremo innestati in Lui come il tralcio alla vite (cfr. Giovanni 15,2) porteremo frutti abbondanti e certamente impossibili per noi da soli: perdonare 70 volte 7, amare i nemici, fare del bene a chi ci odia, benedire chi ci maledice, fare più strada con qualcuno di quanta ce ne viene chiesta. È l’abbondanza e la generosità dell’amore che si moltiplica nella misura in cui partecipiamo dell’Amore che Cristo ha per noi, un Amore infinito!

Caro Gesù,
Tu oggi ci inviti
ad ascoltare la Tua Parola.
Gridala ancora, non ti stancare
dei nostri “no”, delle nostre indifferenze.
Siamo sinceri, sai, ci piacerebbe anche,
perché noi siamo quelli della strada,
ne abbiamo tanta da fare,
e ci stiamo accorgendo che senza la Tua Parola
abbiamo smarrito la direzione, ci siamo persi,
ci sembra di essere al buio e sempre più soli!
Gridala ancora Gesù la Tua Parola:
noi siamo quelli dei facili entusiasmi,
facciamo fatica a mettere radici, Tu lo sai,
viviamo in un tempo liquido
dove è sempre più difficile costruire
relazioni con gli altri, ma anche con noi stessi
che durino nel tempo.
Tutto passa e si trasforma velocemente,
tanto, troppo velocemente.
Gridala la Tua Parola piena di forza e di speranza:
noi siamo quelli oppressi
dalle preoccupazioni, dalle tribolazioni.
Sì, in fondo crediamo in Te, ma ci sembri lontano,
tanto divino quanto indifferente al nostro destino.
La Tua Parola è sì dentro di noi,
ma insieme a mille altre cianfrusaglie.
Suscita in noi speranze nuove.
Sussurrala la Tua Parola Gesù,
stavolta non hai bisogno di gridarla:
noi siamo quelli del “terreno buono”,
non perché ci illudiamo di essere bravi e buoni,
ma perché cerchiamo ogni giorno
di vivere la Tua Parola, di darle il primato,
di prendere sempre più coscienza
che senza di Te non possiamo fare nulla.
Non ci preoccupiamo di quantificare i frutti,
ma solo di avere messo radici nel Tuo Amore.
Al resto penserai Tu!

 

Buona Domenica a tutti! La Mamma Celeste ci benedica e sorrida sempre!

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Orari

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