5 minuti con Gesù

Commento al Vangelo del giorno a cura di P. Antonio Maria Carfì

22 Febbraio 2024 - Giovedì

22 Febbraio 2024 - Giovedì

Carissimi Amici, buongiorno a tutti! Dio è Amore!

Mettiamoci in ascolto della Parola di Gesù:

Dal Vangelo secondo Matteo - Mt 16,13-19

In quel tempo, Gesù, giunto nella regione di Cesarèa di Filippo, domandò ai suoi discepoli: «La gente, chi dice che sia il Figlio dell’uomo?». Risposero: «Alcuni dicono Giovanni il Battista, altri Elìa, altri Geremìa o qualcuno dei profeti».
Disse loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente».
E Gesù gli disse: «Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né carne né sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli. E io a te dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli: tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli».

“Chi sono io per te?”: è domanda da innamorati. E perché stupirsi che sia Gesù a porla quando la natura stessa di Dio è l’Amore! Questa domanda rivolta agli Apostoli guardandoli dritti negli occhi e nel cuore – e oggi rivolta a ciascuno di noi – ci fa capire che o il nostro rapporto con Gesù si fonda sull’amore, sulla fiducia, sulla confidenza oppure corriamo il rischio di “credere di credere” ossia ci illudiamo di essere credenti.
E dal Vangelo di oggi appare subito chiaro quale sia il bivio dove la nostra fede corre il rischio di sbagliare strada: la sofferenza. Quando infatti Gesù annuncia la Sua Passione, Pietro pensa di poter suggerire al Signore quale sia la strada migliore: evitarla!
Diciamoci la verità: la sofferenza, il dolore, le lacrime innocenti ci scandalizzano e ci fanno mettere in dubbio l’amore di Dio per noi e perfino la Sua esistenza. Preferiremmo un Dio che riveli la Sua onnipotenza, qui e adesso, debellando per sempre da questa terra la sofferenza e il dolore.
Forse perché non abbiamo capito che con la Sua Pasqua il Signore non ci ha liberati “dalla” sofferenza, ma “attraverso” la sofferenza; non “dalla” morte, ma “attraverso” la morte. È scandalosamente bello questo Dio che entra dentro il nostro dolore e non ci lascia mai soli e lo trasforma, non togliendolo, ma donandoci una pace profonda. È incomprensibilmente vicino questo Dio che prende la nostra carne fragile e mortale per toglierla al dominio del Maligno e restituirla al Padre attraverso l’obbedienza filiale.
Un’ultima annotazione. Il rimprovero feroce che Gesù fa a Pietro (e a noi tutte le volte che vorremo scorciatoie facile per la nostra esistenza…): «Va’ dietro a me, Satana! Perché tu non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini», contiene in realtà un annuncio grandioso: abbiamo la possibilità di «pensare secondo Dio» piuttosto che «secondo gli uomini». È bellissima questa cosa: con la fede e con la confidenza quotidiana con la Parola di Dio posso imparare a pensare come pensa Lui, posso pian piano fare mio «il pensiero di Cristo» (1Cor 2,16).
E allora l’Amore dell’Amante passerà attraverso gli amati (i discepoli di ogni tempo) e il mondo ricomincerà a sorridere e a sperare.

Caro Gesù,
quanto è forte per noi
la tentazione di suggerirTi cosa devi fare,
quali siano le soluzioni migliori, per noi e per gli altri.
Tu sai quanto è forte la suggestione
di immaginare un Dio che fa strage dei nostri ‘nemici’,
di quelli che non la pensano come noi;
che ci dà sempre ragione,
che castiga irrimediabilmente i ‘cattivi’
(ma siamo proprio sicuri di non fare parte di questa lista???).
In realtà ci spaventa il dolore, ci atterrisce la sofferenza;
se non la nostra, quella delle persone che amiamo.
Da dove dobbiamo (ri)partire?
Oggi lo comprendiamo meglio:
dalla domanda di un Innamorato,
dal Tuo desiderio di entrare nella nostra vita
dalla porta principale che è il nostro cuore.
Dal Tuo interrogarci non per sapere se “abbiamo fatto i bravi”,
ma se abbiamo capito che sei Amore,
solo Amore, da sempre e per sempre Amore.
Ci inviti a comprendere che la Tua Passione
non è solo una somma insopportabile
di sofferenze fisiche e morali:
è invece proprio l’espressione del Tuo Amore appassionato per noi;
noi siamo la Tua Passione d’Amore!
Noi siamo la Tua debolezza!
Sì, perché l’amore rende fragili e forti al tempo stesso.
E allora non proveremo più a farTi da maestri,
ma accoglieremo docilmente ciò che la Provvidenza
disporrà per noi e scopriremo che anche le nostre sofferenze
sono piene del Tuo Amore.
E scopriremo di essere diventati credenti
perché innamorati dell’Amore!

Buona giornata a tutti! La Mamma Celeste ci benedica e sorrida sempre!

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