5 minuti con Gesù

Commento al Vangelo del giorno a cura di P. Antonio Maria Carfì

28 Settembre 2023 - Giovedì

28 Settembre 2023 - Giovedì

 

Carissimi Amici, buongiorno a tutti! Dio è Amore!

Mettiamoci in ascolto della Parola di Gesù:

Dal Vangelo secondo Luca – 9,7-9

In quel tempo, il tetràrca Erode sentì parlare di tutti questi avvenimenti e non sapeva che cosa pensare, perché alcuni dicevano: «Giovanni è risorto dai morti», altri: «È apparso Elìa», e altri ancora: «È risorto uno degli antichi profeti».
Ma Erode diceva: «Giovanni, l’ho fatto decapitare io; chi è dunque costui, del quale sento dire queste cose?». E cercava di vederlo.

«Chi è dunque costui?» si domanda Erode il tetràrca. È la domanda che da duemila anni accompagna la figura di Gesù. È la domanda che ci facciamo anche noi credenti quando alcune vicende drammatiche della vita mettono in discussione la nostra fede. È la domanda che si pongono ancora oggi in molti, affascinati dalla Persona di Gesù, dalle Sue parole e dai Suoi insegnamenti, ma che fanno fatica ad accettare la Chiesa.
È la domanda che arrovella i ragionamenti di molti atei che pure sono tormentati dalla questione della fede e che nella vita si comportano secondo i valori del Vangelo; sono coloro che vengono chiamati i “cristiani della soglia”, coloro che vivono da cristiani senza sapere di esserlo! Erode è il simbolo di coloro che cercano Gesù in modo sbagliato. Lui si pone la domanda e lui stesso si dona la risposta. Sì, perché chi vuol rispondere alle proprie domande senza mettere in discussione le proprie convinzioni è come se non attendesse nessuna risposta. Con un detto popolare potremmo dire: “lui se la canta e lui se la suona”!
La ricerca di Erode non parte da un interesse religioso, da una sua crisi personale o semplicemente dalla curiosità. Lui ha solo paura di perdere il potere, la posizione privilegiata di tetràrca (capo di una delle quattro parti in cui era stato diviso il territorio) che aspirava a farsi riconoscere da Roma come re d’Israele. Certamente Erode simboleggia l’infedeltà del popolo adultero e infedele che perseguita fino alla morte i profeti che richiamano alla conversione. Tagliare la gola sembrava essere il modo migliore per mettere a tacere la parola dei profeti. Così accadrà al Battista che annuncia l’urgenza della conversione; così accadrà a Gesù, la Parola stessa, che verrà uccisa, ma che griderà ancora più forte e vincerà il duello con la morte!
Questo brano è molto importante anche per noi perché ci dice fondamentalmente che corriamo il rischio di cercare Gesù e non trovarlo perché non accettiamo il richiamo alla conversione. Forse perché ci sentiamo giusti in quanto preghiamo e andiamo a Messa e abbiamo le nostre devozioni e pensiamo sotto sotto che l’invito alla conversione sia sempre per l’altro, per quello che a qualsiasi titolo ci sta accanto. Attenzione allo strisciante e sempre insidioso pericolo del “fariseismo” ossia quell’atteggiamento che ci fa sentire giusti e meritevoli delle grazie di Dio con conseguente giudizio e disprezzo per chi non è come noi (cfr. Luca 18,9-14: racconto del fariseo e del pubblicano al Tempio).
Quanti di questi atteggiamenti rinveniamo nelle nostre Comunità e nelle nostre Curie, nelle famiglie “cristiane”, nei nostri gruppi parrocchiali… L’atteggiamento corretto per potere incontrare Gesù è riconoscere il nostro status di peccatori. Ma non per piangerci addosso, ma per incontrare Colui che è venuto proprio a cercare i peccatori! Siamo tutti “malati”, nel corpo, nello spirito, nella mente: angosce, paure, insicurezze, crisi d’identità, fragilità psicologiche… Ma come Erode a volte abbiamo paura di riconoscerlo, di scalfire l’immagine che noi abbiamo di noi stessi o che gli altri ci hanno incollato addosso… E così non ci consegniamo al Medico che ha detto: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati; io non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori» (Marco 2,17). Per paura di Dio nascondiamo anche a noi stessi le nostre povertà e così non incontriamo né Lui e nemmeno… noi stessi! Dio non ci vuole “perfetti”, ma “veri”! Solo così si lascerà trovare da noi! Anzi, nel momento in cui lo troveremo ci accorgeremo che è sempre stato Lui a cercarci per primo.

Caro Gesù,
Erode si chiedeva chi fossi Tu,
ma la domanda non partiva dal cuore,
quanto dalla paura che Tu insidiassi il suo potere.
Sai Gesù, questa paura forse è anche la nostra!
Sì, perché anche a noi la Tua Parola crea disagi,
ogni volta che invita alla conversione.
Perché noi in fondo non ne abbiamo bisogno!
Vogliamo essere i padroni della nostra vita
e non permettiamo neanche a Te
di metterci in discussione,
perché siamo super tecnologici
e non abbiamo bisogno di ramanzine e predicozzi.
Non molliamo di un millimetro il “potere”
che abbiamo sulla nostra vita.
E pazienza se poi dobbiamo fare i conti
con le ansie e le paure,
con le angosce e le delusioni cocenti
perché viviamo una vita che Tu ci ha donato,
ma sulla quale non Ti permettiamo di proferire parola.
Fino a quando non ci accorgiamo che senza di Te
niente ha veramente senso,
che le relazioni anche più emotivamente coinvolgenti
sono fragili e volubili.
Fino a quando non ci accorgiamo
che in fondo anche nelle più grandi stupidaggini
che combiniamo, in realtà stiamo cercando l’amore.
E l’Amore sei Tu!
Scopriamo che il nostro bisogno di incontrarTi
è lo specchio del Tuo desiderio
di far parte della nostra vita.
E comprendiamo che non sei venuto
a limitare le nostre libertà,
ma ad insegnarci ad amare,
che è l'unica cosa che ci rende felici.
E Ti sentiamo finalmente Amico
e non possiamo più fare a meno di Te!

 

Buona giornata a tutti! La Mamma Celeste ci benedica e sorrida sempre!

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