5 minuti con Gesù

Commento al Vangelo del giorno a cura di P. Antonio Maria Carfì

17 Gennaio 2024 - Mercoledì

17 Gennaio 2024 - Mercoledì

Carissimi Amici, buongiorno a tutti! Dio è Amore!

Mettiamoci in ascolto della Parola di Gesù:

Dal Vangelo secondo Marco – Mc 3,1-6

In quel tempo, Gesù entrò di nuovo nella sinagoga. Vi era lì un uomo che aveva una mano paralizzata, e stavano a vedere se lo guariva in giorno di sabato, per accusarlo.
Egli disse all’uomo che aveva la mano paralizzata: «Àlzati, vieni qui in mezzo!». Poi domandò loro: «È lecito in giorno di sabato fare del bene o fare del male, salvare una vita o ucciderla?». Ma essi tacevano. E guardandoli tutt’intorno con indignazione, rattristato per la durezza dei loro cuori, disse all’uomo: «Tendi la mano!». Egli la tese e la sua mano fu guarita.
E i farisei uscirono subito con gli erodiani e tennero consiglio contro di lui per farlo morire.

Ancora un miracolo di Gesù: la guarigione di un uomo dalla “mano paralizzata”. Il primo pensiero è quello di un uomo impossibilitato a lavorare e quindi diminuito nella sua autonomia e autosufficienza. In realtà c’è molto di più di una guarigione fisica. Quest’uomo è l’icona di chi interpreta la vita solo nella dinamica del “prendere”. Come i nostri progenitori Adamo ed Eva che dopo avere “preso” il frutto proibito scopriranno di avere fatto un regresso nella loro umanità: da persone in relazione ad individualisti; da persone create per fare della propria vita un dono a individui in cui prevale la legge dell’“Io” prima di ogni altra cosa.
Guarire la mano paralizzata significa ridonarci la capacità di aprire la mano/cuore per accogliere il dono della Sua amicizia, della Sua grazia. Significa restituirci la disponibilità ad essere generosi e ad aprire la mano/cuore per donare con abbondanza ai nostri fratelli e sorelle in umanità, senza più calcoli ed interessi. Essere egoisti, avari, attaccati in modo idolatrico ai nostri beni (sia materiali che morali) è il segno che abbiamo ancora una mano paralizzata. Che il nostro desiderio più profondo di bene si è pervertito nel desiderio di possedere solo per noi.
Il peccato originale ha lasciato in noi il bisogno di “prendere” il più possibile da tutti gli alberi che incontriamo nella vita, in modo compulsivo, illudendoci che l’abbondanza di beni materiali possa garantirci la felicità, possa esorcizzare in qualche modo la paura della morte. Da questo ci libererà la Passione di Gesù durante la quale avverrà un paradosso: le Sue mani inchiodate libereranno le nostre mani paralizzate. L’albero della Croce sarà finalmente l’unico albero passando davanti al quale l’uomo, per istinto, ancora una volta allungherà la mano per prendere il frutto, ma per la prima volta coglierà un frutto che non gli darà più la morte, ma la Vita.
Cosa potrebbe impedirci di liberare la nostra mano/cuore verso la logica del dono e della gratuità: la durezza del cuore! Che è proprio la conseguenza del nostro attaccamento alle cose. L’abbondanza/ricchezza non è certamente un male in sé, ma spesso lo diventa perché genera in noi la paura di perdere ciò che abbiamo e così sviluppiamo tutta una serie di “difese” dei beni che ci portano ad essere egoisti, avari, insensibili, indifferenti.
Chi potrà liberarci da queste catene? Gesù! Che anche oggi vuole farci dono della Sua Vita perché anche la nostra vita diventi dono come la Sua.

Caro Gesù,
quante “mani paralizzate”
vedi ancora oggi, quanti “cuori induriti”.
Ci illudiamo che più abbiamo
e più siamo al sicuro;
più possediamo e più siamo felici.
E non ci accorgiamo invece
che aumentano le nostre paure:
di perdere ciò che ci illudiamo di possedere,
di non avere mai abbastanza,
di essere resi più poveri
da coloro che ci stanno accanto.
Per questo cerchiamo di prendere il più possibile
da tutti gli “alberi” che incontriamo,
a volte litigando tra di noi
per chi deve arrivarci per primo
per prendersi il meglio, le primizie.
I nostri desideri si sono appiattiti
e hanno finito per prendere la forma
delle cose materiali, dei beni effimeri
che ci donano solo l’illusione della gioia,
perché tutto dura drammaticamente poco!
Facci passare sotto l’albero della Tua Croce, Gesù!
Anche lì l’istinto ci porterà
a prendere il frutto,
ma con nostra grande sorpresa,
per la prima volta, ci accorgeremo che
non abbiamo preso “qualcosa”, ma “Qualcuno”.
E le nostre mani e i nostri cuori
si sentiranno liberi dalla logica del possesso,
gusteremo di nuovo la gioia immensa
di donare e di donarci,
comprenderemo che c’è più gioia
nel dare che nel ricevere.
Sperimenteremo che solo l’Amore
può riempire il nostro cuore.
E saremo guariti da ogni paralisi!

Buona giornata a tutti! La Mamma Celeste ci benedica e sorrida sempre!

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